“Io ripenso a quello che sapevo l’ottobre scorso, e mi par di sapere assai di più: ci ho tante cose nuove nella mente; riesco a dire e a scrivere meglio d’allora quello che penso; potrei anche fare di conto per molti grandi che non sanno, e aiutarli nei loro affari: e capisco molto di più, capisco quasi tutto quello che leggo. Sono contento… Ma quanti m’hanno spinto e aiutato a imparare, chi in un modo chi in un altro, a casa, alla scuola, per la strada, da per tutto dove sono andato e dove ho visto qualche cosa!” (E. De Amicis, Cuore, 1886)
Ho scelto di utilizzare, in apertura del primo editoriale di “ES-EssereScuola”,  un passaggio delle ultime pagine di un romanzo conosciuto non solo in Italia ma in tutto il mondo: Cuore, di Edmundo De Amicis. La scelta non è fatta a caso ma inserita in quello che è il tema del numero 1 della rivista: “La scuola è davvero finita? L’altra scuola!”. I nostri redattori cercheranno di analizzare attraverso quattro punti di vista diversi ma legati da un filo rosso tematico comune, il significato di scuola e del suo continuare al di là di quanto avviene in classe.

Il piccolo protagonista del libro Cuore analizza quanto ha vissuto anche in un’ottica di servizio alla collettività: “fare di conto per molti grandi che non sanno”. Ricordiamoci che alla fine dell’800 poter studiare era non solo un privilegio di pochi ma anche un’opportunità di riscatto sociale. Un elemento però è da considerare non trascurabile e che ha accompagnato tutta la storia della scuola almeno in Italia: la scuola non è solo una parentesi nella vita degli studenti ma si intreccia sinergicamente con la comunità che la circonda, con la famiglia e tutte le altre realtà sociali e agenzie formative, necessarie nel  processo di crescita, nelle competenze  e nelle conoscenze ad ogni età. 

La scuola analizzata dai nostri redattori è la scuola vista attraverso gli occhi dei docenti, il loro sentire una realtà che non è solo lavorativa o professionale ma anche scelta di vita. Una scuola che non termina con la fine delle lezioni o degli esami ma che continua nell’arco di tutto l’anno senza soluzione di continuità che seppur per dieci mesi all’anno coinvolge per lo più gli studenti e le studentesse, in modo trasversale, nel periodo estivo coinvolge maggiormente lo stesso docente, che nel tornare ad approfondire e studiare, nel tornare a formarsi o aggiornarsi o dal punto di vista disciplinare o metedologico-didattico, diventa per gli altri occasione di crescita.

I nostri redattori si cimenteranno per il primo numero nel dare una lettura più ampia possibile del tempo extra scuola e del periodo dedicato al riposo, certo, ma anche come volano per un aggiornamento professionale e personale propizio.

Un ringraziamento del primo numero va a tutta la numerosa redazione di ES- EssereScuola, una redazione fatta di professionisti e professioniste della scuola, tutti immersi costantemente nel vissuto scolastico e che, da oggi, mettono a disposizione di tutti le loro competenze e un po’ del loro tempo. 

Invito i colleghi e colleghe nelle scuole a partecipare alla crescita della rivista inviando i loro contributi, che pubblicheremo nella nuova terza sezione che a partire da settembre raccoglierà le impressioni, riflessioni e approfondimenti proveniente dalle scuole, sia pubblica che privata.

Buona lettura.

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1 thought on “Essere Scuola: rivista della comunità educante

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